17 mercoledì 2020

Quando la gelosia si può definire “patologica”?

La gelosia è un sentimento molto comune: ognuno di noi lo ha sperimentato durante la propria vita. C’è chi controlla social e corrispondenza in continuazione (ultima frontiera? costruire profili fake), chi sottopone il partner ad incessanti interrogatori o controlla ogni minima variazione in abbigliamento e movenze.

Definire quando essa diventi esagerata o addirittura “patologica” non è semplice, a causa della forte soggettività di questo costrutto, oltre alle influenze (non trascurabili) di aspetti sociali e storici.

Tuttavia è possibile ipotizzare alcuni criteri che ci permettano di distinguere il sentimento comune, da una forma clinicamente rilevante, talvolta simile ad un comportamento ossessivo o delirante e quasi sempre accompagnato da una certa quantità di disagio psicologico.

Il DSM 5 (Diagnostic and Statistal Manual of Mental Disorders – 5 edition) menziona due forme cliniche di gelosia: una all’interno dei Disturbi Ossessivi- Compulsivi, l’altra in riferimento ai cosiddetti “deliri di gelosia”, anche definita Sindrome di Otello.

La differenza più rilevante tra le due forme è che nel primo caso il dubbio è ancora da confermare, lasciando una possibilità ad una potenziale smentita. Nel secondo invece, la convinzione sul tradimento è tale che il soggetto si impegna quasi esclusivamente nell’ottenere una confessione del partner.

Al di là delle definizioni da manuale, vorrei proporvi alcuni spunti di riflessione tratti dall’articolo di Lorenzi et al. (2002) per rispondere alla domanda:

Quando dobbiamo considerare “esagerata” la nostra gelosia?

  • I sospetti appaiono sproporzionati in termini di intensità e persistenza (permanenza temporale);
  • I dubbi sono “incoercibili”, tanto radicati nel soggetto che non riescono ad essere evitati nonostante talvolta ci si renda conto della loro infondatezza: la gelosia appare “impermeabile” al confronto con la realtà;
  • I sospetti prevalgono su ogni altro contenuto relazionale e sono accompagnati da vissuti emotivi intensi quali rabbia, paura, tristezza e colpa;
  • Possono essere presenti comportamenti di violenza fisica o verbale;
  • Le preoccupazioni alterano il funzionamento sociale, emozionale, sessuale del soggetto.

Se ti ritrovi in alcuni nei comportamenti descritti sopra, probabilmente la domanda a cui rispondere adesso diventa:

Perché in questo momento della mia vita e/o all’interno di questa relazione sto sperimentando questo tipo di gelosia?

Naturalmente non esiste una risposta univoca. In questi casi è sempre bene rivolgersi ad un psicologo psicoterapeuta che, attraverso l’analisi della storia di vita e dello specifico contesto relazionale dell’individuo, possa restituire alla persona un significato del tutto individuale della propria gelosia.